Il ruolo del microbiota intestinale e COVID-19

Il tratto gastrointestinale è il più grande organo immunologico del corpo e il suo microbiota residente è noto per modulare le risposte immunitarie dell'ospite, per questo è stato ipotizzato che il microbiota intestinale sia associato alle risposte immunitarie infiammatorie dei pazienti con COVID-19. 

Oggi ci sono delle evidenze scientifiche che testimoniano una associazione tra il microbiota intestinale e l’entità della gravità della risposta immunitaria il COVID-19.

Una ricerca pubblicata su Gut ha preso in esame 100 pazienti con COVID-19 di cui è stato caratterizzato il microbiota intestinale e la risposta immunitaria durante il ricovero e fino a 30 giorni dopo il recupero.

Dalle analisi dei campioni fecali è emerso che i pazienti Covid presentavano quantità decisamente più abbondanti di Ruminococcus gnavusRuminococcus torques e Bacteroides dorei rispetto ai soggetti sani, mentre erano deficitari di specie quali Bifidobacterium adolescentisFaecalibacterium prausnitzii ed Eubacterium rectalenote per la loro azione sul sistema immunitario. 

Il numero di questi batteri benefici è rimasto basso anche nei campioni raccolti fino a 30 giorni dopo la guarigione, quindi la composizione del microbiota intestinale disbiotico nei pazienti con COVID-19 persiste dopo l'eliminazione del virus.
In contemporanea l'analisi dei campioni d sangue ha poi evidenziato come lo squilibrio microbico riscontrato nei pazienti Covid si associasse anche a livelli elevati di citochine infiammatorie e di marker di danno tissutale, come la proteina C-reattiva e alcuni enzimi, suggerendo che il microbioma intestinale potrebbe influenzare da una parte la risposta del sistema immunitario all'infezione e, dall’altra, la gravità e l'esito della malattia.

Queste evidenze scientifiche non permettono di definire una correlazione di causa-effetto, ma sottolineano il ruolo che potrebbe interpretare il microbiota intestinale nelle malattie infiammatorie.

La regola base è sempre la stessa: meglio prevenire che curare, quindi quello che possiamo fare è rafforzare la presenza di specie batteriche intestinali benefiche per il nostro benessere!